La pittura di Anna Forti ha origine dall'osservazione di un creato filtrato dallo sguardo limpido di un fanciullo che, non ancora gravato dalla coltre soffocante di un mondo caotico, gode di una natura incontaminata dove il mare "culla" barche variopinte sospinte da una dolce aurea verso orizzonti sereni. Gli alberi popolano ancora rigogliosi le "aspre" montagne incorniciate da un cielo azzurro intenso, presagio di albe dorate e di tramonti vermigli.

Anna Forti dipinge ripide scalinate di piccoli paesi; montani? Marini? In ogni caso angoli incantati di un mondo dove il tempo "tiranno" si è fermato in un momento indefinito di quiete claustrale. E' evidente nelle sue opere una gentilezza d'animo che non accetta compromessi; il bello è assoluto, inviolabile come il "suo" mondo di immagini sognate e candidamente donate al prossimo in un impulso altruistico che l'appaga negando le "brutture" di un mondo, a lei estraneo, che scorge lucidamente ma rifiuta coscientemente, alla ricerca di un creato primigenio, sottratto a pulsioni di lucida follia, dall'autodistruzione che giungerà, prima o poi, inesorabilmente.

La tecnica pittorica della Forti non si regge su virtuosismi accademici, ma su una naturalezza che è dono naturale, privo di concettualità e ricco di visioni "spontanee" nella consapevolezza che l'eleganza formale è il mezzo più semplice per "toccare" il cuore di tutti coloro che, nella rappresentazione artistica, rifuggono da astruse soluzioni "intellettualistiche", mute proiezioni di una ispirazione distorta, fragile base presto sgretolata da una reale cultura che non si avvale di alchimie per toccare l'animo dell'osservatore, ma dell' "arte" come ispiratrice di armonicità universali.

Claudio Alessandri